Mi sono alzato, dopo una notte insonne fatta di rabbia, pianti, ricordi e di malinconie. Ero confuso, non capivo perchè mi costringevo a stare qua, in un luogo freddo, diffidente, astioso: – tutti mi guardano, vogliono capire chi sono, che cosa faccio, che amicizie frequento – parlare, discutere, avvicinare il nuovo arrivato, non per conoscermi ma per capire fino a dove la loro sicurezza fosse minata dalla mia presenza.
Perchè devo sentirmi sbagliato, continuamente in errore e soprattutto fuori posto?
Prima di muovermi, parlare e agire, io guardo gli altri: mi vesto come loro, parlo come loro, lavoro come loro. Sono sempre più confuso, in che cosa sbaglio?.
Giro la città e tanti sguardi mi cadono addosso: c’è chi mi sorride, chi mi da un consiglio, chi mi indica la strada ma, tanti altri sguardi, mi fanno paura, tremo solo nell’incrociare i loro occhi e allora mi chiedo, perchè mi vedono come il loro nemico?.
Torno a casa dopo una dura giornata di lavoro fatta di silenzi e occhi bassi, mi chiudo nella mia stanza e mi metto ad ascoltare il mondo fuori da me stesso: ho paura e spero che le coperte del mio letto, unico amico fedele e comprensivo, mi riparino da coltellate continue e senza senso.
Io Mohamed, so chi sono e perchè, gli altri non mi vedono?.