Martedì sera.. dopo fatidiche convinzioni personale per uscire dal letargo.. mi reco al mio locale preferito per assistere alla presentazione di un libro ” ALLA DERIVA “, presentato dall’autore Carlo Salvioni, vice presidente dell’Anpi e socialista, aggiungerei malinconico. Sentendo le sue parole , rivivevo con l’immaginazione, le discussioni e lunghi discorsi fatti da mio padre sul socialismo , quando ero piccola : dal fervore speranzoso, all’incazzatura post craxiana.
Alla Deriva, è un romanzo scritto in terza persona, in cui l’autore ripercorre, tramite il protagonista Fabrizio, gli anni del socialismo in Italia e le conseguenze dovute alla caduta del muro e quindi all’inizio di una nuova epoca:
il neo -liberismo.
Il titolo descrive sia il sentimento di emarginazione ed estraniamento del protagonista, di quegli anni come, anche la situazione politica del socialismo italiano. Sembra che il protagonista si trovi sopraffatto e sorpreso dagli eventi, inizialmente in modo superfluo perchè è lui stesso, spinto dagli ideali di quegli anni, a voler conoscere il socialismo dal di dentro, dentro al partito e, poi inseguito , gli eventi lo sovrastano senza nessuno controllo e lui rimane immobile e a volte anche compiaciuto nell’osservare il cannibalismo partitico.
Salvioni ha avuto coraggio nel scrivere questo romanzo, perchè ha descritto i momenti di luce ed ombra che lo hanno accompagnato nella sua fede al socialismo: mettersi in discussione è un atto politico!.
Il libro non l’ho ancora letto e sicuramente lo leggerò; questa mia interpretazione è data da ciò che ho inteso personalmente dall’autore.