Per la prima volta mi sono trovata, oggi in una situazione paradossale ma compiaciuta.
Oggi , durante il corso in flussi migratori e legge sull’immigrazione mi sono confrontata con altri colleghi del corso, colleghi inusuali, per me perché erano poliziotti, militari e deduco che ci fossero stati anche alcuni ispettori .
Sulle nostre coste sbarcano richiedenti asilo politico, richiedenti protezione umanitaria, migranti economici e delinquenti.
È impossibile varcare la frontiera, quale è quella che circonda tutta l’unione europea in modo regolare : coloro che cercano salvezza o vogliono migliorare la loro condizione di vita, possono fare richiesta ad una delle ambasciate europee per richiedere un visto, per motivo di turismo, che purtroppo non gli sarà mai rilasciato ( i paesi membri nutrono incertezze riguardo alla breve permanenze del fatidico “turista”) o essere invitati da parenti o amici residenti regolarmente in Europa e anche in questo modo ,sarà difficile ottenere un visto .
Quindi l’unica strada alternativa è entrare irregolarmente con gommoni, dopo aver “donato”parecchi migliaia di euro. Una volta che i migranti ( al di là delle motivazioni che li portano in Europa, compiono tutti lo stesso movimento,andarsene via dal paese d’origine , quindi sono per quanto mi riguarda tutti migranti) vengono portati in salvo , gli verranno prese le impronte anche involontariamente per identificarli. Come prima identificazione fatta sul territorio italiano, non possono uscire dal confine italiano:l’Italia si prenderà carico del migrante.
Fin qui eravamo tutti d’accordo, noi sociologi, antropologi, scienziati politici, da una parte e poliziotti, ispettori e militari dall’altra: è la legge che dice questo.
Se avete notato, io non ho aggiunto per volere una parola importante che accompagnasse la parola migrante: quale ? PERSONA .
Ecco l’elemento che ha scaturito il putiferio: considerare i migranti come persone e non come una massa indistinta o numeri da gestire.
Mentre alcuni sostenevano che non ci fossero più risorse economiche o altro per riorganizzarsi o applicare un’ennesima strategia per fronteggiare l’emergenza (è da 20 anni che si parla di emergenza !!!) , altri riflettevano come aiutare in ambito lavorativo ed educativo queste persone.
La conclusione di tutto è stata , alla quale mi è sembrato che tutti fossero d’accordo che c’erano troppe circostanze burocratiche, troppi accordi bilaterali, troppi patti non rispettati nel tempo, senza aver ancora dato una corretta accoglienza.
E voi come li accogliereste ?
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