Un anno fa è comparso improvvisamente, navigando in internet, la pubblicità di un Master in African Studies a Roma: titolo avvincente, scritto in inglese, partner europei ed italiani; insomma era il Master che avevo sempre desiderato fare: approccio di respiro internazionale, professori e consulenti anche di origine straniera o che abbiano avuto esperienze d’oltremare.
Il costo del Master, essendo presso una Università privata è circa 7000 euro; la frequenza al Master è di due week end a al mese, lezioni frontali , 3 unità formative e esami alla fine di ogni modulo.link università
Per fortuna che ci sono le borse di studio, emante dall’ Inps o dall’università stessa; grazie ad una di queste , dopo il superamento del test d’ingresso, riesco ad accedere gratuitamente.
Su e giù per la penisola , da Bergamo a Roma per quasi tutto un anno : dalla ricerca di biglietti del treno veloce meno cari e ai bed & breakfast più economici.
Durante il corso abbiamo affrontato tematiche riguardanti la storia , la colonizzazione in Africa, il terrorismo, flussi, governance e cooperazione; ci sono stati due workshop in ambito militare.
Sul finire del Master , abbiamo avuto la possibilità di seguire il corso via skype o di fare gli esami in gruppo ( non tutti hanno partecipato all’esame sessantottino o sono stati veramente collegati via skype); benchè alcuni si fossero impegnati, mi sembra di aver intuito perchè, il voto dell’esame non l’ho mai saputo ufficialmente, che abbiamo avuto la stessa votazione.
Gruppi di lavoro per scrivere la tesina, anche tra coloro che non frequentano più il corso per ragioni lavorative o di studio ( due di noi sono in Africa).
Gli argomenti delle tesi presentate sono stati : Le rimesse in Africa, Flussi migratori, Politiche di governance nell’Africa subsahariana e S.P.R.A.R e C.A.S.
Alcuni miei colleghi non si sono presenti alla discussione finale della tesina, uno ha partecipato via skype; chi c’era ha speso soldi e tempo per la trasferta come ha sempre fatto per tutto l’anno.
Conclusione : niente stage, ricezione di email rare e non diffuse a tutti gli studenti, abbiamo avuto solo una consulente di origine straniera.
Io sono rimasta molto delusa, sia nell’organizzazione del percorso, sia in relazione con i miei colleghi più giovani di me. Ero l’unica donna nera del nord e un pò mi sfottevano per l’accento o per la rigidità tradotta nella difficile comprensione a situazioni per me non chiare.
Alcuni professori, palesemente si stupivano che io fossi informata su alcuni argomenti e consideravano “arroganti ” i miei atteggiamenti nel chiedere più informazioni o maggiori chiarimenti. Io non sono mai stata capace di compiacere chi sta facendo il suo lavoro, quello di insegnare e di rendersi disponibile nei confronti degli studenti: non ho 20 anni e non sono appena uscita dall’università e quindi il mio approccio era un semplice e reciproco rispetto tra adulti.
Le lezioni di un Master dovrebbero essere un approfondimento o chiarimento di informazioni già assodate dove si dovrebbe discutere o confrontarsi e apprendere elementi ofenomeni sociali avvenuti o in corso ma, non sempre è così: trovandoci sempre in un mondo accademico , i professori ci tengono nell’essere acclamati e compiaciuti e sono irritati dall’idea che lo studente sappia più di loro o che abbia dei dubbi sull’argomento esposto : non ci vogliono pensanti ma solo elaboratori o procuratori di dati.
Per quanto mi riguarda , ho scelto di fare una tesina, nonostante il professore non fosse d’accordo e avesse qualche dubbio sulle mie capacità e su quelle degli africani (considerati agricolotori analfabeti che hanno bisogno di aiuti politici e funzionali perchè da soli non sono in grado di trovare soluzione sia per la loro vita sia per l’Africa.) in cui ho esposto problematicità e criticità di una governance estera imposta la continente africano. Le conseguenze di questo mio “atto politico” sono state, un voto più basso rispetto ai miei colleghi e il poco interesse degli africanisti (i professori in commissione) convinti di fare sempre del bene, durante la discussione
Non ho compiaciuto, ho sempre stimolato i miei colleghi nelle discussioni , ho consigliato articoli per approfondire gli argomenti esposti in aula ma non ero in linea con il mondo accedemico romano.
Niente va perso, va solo restituito.